La nomina di un settimo assessore con delega al Patrimonio Verde del Comune di Carpi e al Patto per il Clima, oltre che allo sport, dovrebbe rassicurarci che per questa seconda parte di consiliatura l’ amministrazione Bellelli terrà la barra ben salda verso l’ attuazione del programma di valorizzazione ambientale più volte annunciato. In questo senso l’ aver riservato una specifica rilevanza al verde pubblico, separandone le competenze amministrative da quelle già affidate all’ Assessore Truzzi (Lavori Pubblici e altro) oltre che l’ aver affidato questo incarico proprio ad un esponente dei “Verdi” sembrerebbe davvero un bel passo avanti rispetto al passato. Sarà davvero così?
Qualche dubbio è lecito, visto che il solo fatto dell’ appartenenza ad una lista ambientalista nulla garantisce in sé per sé riguardo all’ effettiva capacità di finalizzare una green administration della cosa pubblica. Ricordiamo ad esempio nel passato quanto poco il “verde” assessore Carmelo D’ Addese fosse riuscito ad impedire il consumo di suolo attuatosi a Carpi durante le giunte di Enrico Campedelli tra il 2004 ed il 2014. Ma chissà: forse Andrea Artioli, il nuovo assessore “verde” dell’ oggi, ha una qualche competenza professionale che possa integrarsi con quelle dell’ ingegnere (Truzzi) e dell’ architetto (Righi)? Macché: non risulta essere un agronomo, né di aver esercitato una qualche attività rilevante in questo settore. Poco male.
Un politico è un politico e a volte serve proprio la politica, cioè l’ arte del compromesso, per uscire dall’ impasse dei pareri tecnici contrapposti.
Peccato che inviato subito in trincea a gestire la questione degli abbattimenti dei pioppi cipressini “pericolosi” sulla tangenziale Losi, il neo assessore verde si sia immediatamente scontrato con tutte le organizzazioni ambientaliste della specifica Consulta comunale rifiutandosi di considerare l’opzione attendista suggerita dal presidente della Consulta stessa per la parte delle piante (24 pioppi cipressini) non immediatamente a rischio di caduta. Ci stava che un politico verde mediasse le richieste dei tecnici per arrivare magari ad una perizia supplementare ed eventualmente a procrastinare l’abbattimento, presentando allo stesso tempo un piano preciso (e non generico del tipo: pianteremo 30 mila alberi in dieci anni) per la ri-piantumazione sostitutiva. E invece, tale era la posizione dell’Amministrazione senza il nuovo assessore verde e tale è rimasta con lui in carica. C’è di peggio. Iniziate le operazioni di abbattimento, quando si sono presentati i volontari della Lipu come precedentemente concordato con la Consulta per verificare la possibile presenza di nidificazioni, gli addetti ai lavori evidentemente non avvisati dall’assessore hanno chiamato i vigili per l’allontanamento e financo l’identificazione dei disturbatori. Ecco qui che allora la nomina del nuovo assessore verde invece di essere un passo avanti ci ha fatto fare (per ora) due bei passi indietro: incrinata la collaborazione con la Consulta ambientalista e incapacità di uscire dal cono d’ombra delle decisioni già prese ai piani più alti di Palazzo Scacchetti. Ma allora a cosa serve questo nuovo assessore che con un incarico a tempo parziale o, come si dice, a mezza giornata dovrà affrontare una sfida verde non di poco conto (secondo le dichiarazioni di conferimento dello stesso Bellelli: Parco della Cappuccina, Parco Lama e progetto Fondazione Cassa Risparmio Carpi a Santa Croce)? Possiamo solo sperare che con la propria azione l’assessore Artioli sappia fugare questi dubbi e non si limiti a reggere il mantello ambientalista di Alberto Bellelli. Il tempo stringe e lo capiremo presto.