Salute & Famiglia

Un’opportunità per la nostra sanità

By 3 Aprile 2022 No Comments

Dalla emergenza sanitaria SarsCov-2 si evince la inadeguatezza della attuale organizzazione del SSN in quanto sbilanciato verso una assistenza prettamente Ospedaliera a scapito della assistenza di prossimità.

In estrema sintesi la sanità post Covid dovrà essere votata ad una presa in carico in primis domiciliare della persona assistita e solo durante la fase acuta o in particolari criticità, deve interessare le strutture ospedaliere. Al centro di questo cambiamento c’è il Medico di famiglia (MMG) e l’Infermiere di comunità (figura questa già presente ma da implementare).

Il problema o la necessità di cambiamento è al centro del programma governativo che prevede un cospicuo finanziamento (missione 6 del PNRR) per la medicina territoriale o di prossimità, tutto imperniato però su progetti quali Case della Salute o Ospedali di Comunità: ma con quale personale far funzionare suddette strutture? Come fare dato che il futuro inizia oggi, in pieno calo demografico di medici ed infermieri?

I rinforzi di medici ed infermieri non saranno disponibili se non tra alcuni anni per i noti problemi legati all’accesso alle Università ed alle scuole di Specializzazione e le misure (solo ipotizzate) di maggior incentivi per i Medici anziani al fine di posticipare la fuoriuscita pensionistica, potrebbero non essere sufficienti: il soccorso potrebbe arrivare dall’Ucraina!

Infatti da questa situazione drammatica ed eccezionale, la guerra in Ucraina, si apre la porta all’arrivo di medici ed infermieri, accreditati da una qualifica professionale conseguita sì all’estero, ma regolata da specifiche direttive della Unione Europea. Infatti l’art 34 del DL n 21 (GU n 67) definisce come misura urgente, la deroga alla disciplina del riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie per medici e operatori socio sanitari ucraini.

La deroga si riferisce alla laboriosa e lunga e complessa disciplina del riconoscimento dei titoli di studio e professionali conseguiti all’estero (art 7 del DL n 165 / 2001), consentendo così l’esercizio temporaneo presso strutture sanitarie pubbliche o private già da subito. Le Strutture sanitarie interessate possono procedere al reclutamento temporaneo di tali professionisti (Medici ed Infermieri), muniti di passaporto europeo e delle qualifiche di rifugiati, con contratti a tempo determinato o con incarichi libero professionali, previa comunicazione alle autorità regionali ed agli Ordini professionali del luogo su cui insiste la Struttura stessa.

Per “dare gambe” al suddetto DL n 21, bisogna porre in essere provvedimenti che definirei di accompagnamento o supporto ai suddetti medici ed infermieri: alloggi a prezzi calmierati o in “pensionati” o in comunità e con l’assistenza di interpreti (fortunatamente la comunità ucraina in Italia è molto numerosa). Inoltre sarà opportuno organizzare corsi di lingua italiana e, per accompagnare l’integrazione dei professionisti nel Sistema Sanitario, prevedere tutor/mentor, rappresentati da volontari (medici ed infermieri in pensione).

L’organizzazione delle suddette misure di supporto al DL n21 dovrebbero far capo ai Servizi Sociali degli Enti comunali (già impegnati in misure urgenti per contrastare gli effetti umanitari della crisi ucraina) assieme alla Dirigenza della USL ed alle Organizzazioni di Volontariato ma le coperture economiche dovrebbero essere sostenute dalla Regione secondo modalità definite dall’Assessorato alla Salute Pubblica competente in materia.

Giorgio Verrini delegato segreteria Regionale di Azione

Sergio Vascotto presidente Carpi Futura Lista Civica