Carpi 27 aprile 2016
Il Vescovo dei Caldei a Carpi
Ore 17, Sala del Consiglio Comunale di Carpi.
Pochi i presenti delle istituzioni: oltre al sottoscritto e Barbi (consigliere di FI ) nessun altro consigliere.
Due assessori, Sindaco, Vicesindaco, Presidente del Consiglio e Autorità militari (Carabinieri e Finanza). Alcuni giornalisti e fotografi.
Troppo poco, quasi a sottolineare quelle che saranno le conclusioni dell’incontro.
Di grande spessore l’intervento del Vescovo di Aleppo che ha ricordato quello che era la sua città (la principale e più ricca di Siria ancor più della capitale Damasco) e quello che è oggi, cioè un ammasso di macerie dove i quasi 150 mila cristiani sono, in una notte, diventati homeless e per lo più raccolti in campi profughi in condizioni definite sub umane. Ha ricordato inoltre che queste minoranze cristiane rappresentano, in Siria come in Iraq e Iran, il ceto medio imprenditoriale stimato ed affidabile e che il Califfato dietro a pretestuosità religiose nasconde i reali interessi di predominio economico.
Ha insistito molto sulla corresponsabilità internazionale che complica la situazione regionale e locale, quest’ultima riconducibile essenzialmente allo scontro tra sciiti e sunniti.
Il Vescovo di Aleppo profondo conoscitore dell’arabo, che parla come altre tre lingue in modo corrente, si è molto soffermato sulla componente religiosa del conflitto, sulle responsabilità del regime di Baatista di Assad, di simpatie sciite, che da 50 anni di fatto rappresenta l’unico partito al governo, analogamente a quanto avvenuto per 90 anni in URSS.
Alla caduta del “ muro” ed al disfacimento dell’URSS , che comunque rappresentava un modello per il mondo arabo , il Vescovo fa risalire la genesi dell’Isis.
Ha fatto poi notare come il fatto stesso che lui, religioso, sia stato accolto a Carpi con grande affetto e stima dalle autorità laiche, sia evento inconcepibile nell’Islam dove politica e religione sono inscindibili con tutto ciò che ne consegue nella vita e nella amministrazione della cosa pubblica.
Il cuore dell’incontro si è toccato quando il canuto Vescovo ha insistito sul progressivo silenzio che in questi mesi, dopo i fatti di Bruxelles, si è steso sul problema Siria -Isis, silenzio rotto solo da fatti eclatanti con un progressivo spegnimento dei riflettori dei media europei quasi preoccupati di irritare i potenti e pericolosi protagonisti della guerra , specialmente gli Arabi ; e all’ombra di questa reticenza “pelosa” si consuma ogni giorno l’esistenza di migliaia di uomini.
Sullo stesso tema è intervenuto il nostro Vescovo Cavina, ricordando la sua recente terribile esperienza in un campo di concentramento per minoranze religiose in cui le condizioni di vita susciterebbero vivaci proteste da parte di animalisti , se si trattasse di cani, ma che nessuno ha in nota, trattandosi di cristiani .
Ha quindi rimarcato il concetto della abdicazione da parte dell’Europa dei valori civili e cristiani, per un malinteso senso di multiculturalismo e afflato terzomondista . Non si tratta di essere intolleranti o razzisti, ma di difendere maggiormente i valori della civiltà cristiana ( che rappresenta la matrice comune dell’occidente ) non fosse altro perchè l’affermarsi di questi valori hanno richiesto secoli di lotte . Non si deve confondere cioè il messaggio di solidarietà e amore che è alla base del Vangelo, con l’apatia, se non proprio la sottomissione all’Islam stesso: cose evidenti per chiunque voglia vedere.
Il Vescovo di Aleppo ha poi concluso con sentite parole di ringraziamento per l’opportunità che Carpi laica ha dato a questo “ testimone di guerra “ per scuotere gli animi degli uomini di buona volontà e riposizionare i riflettori su un conflitto bellico che sembra solo sfiorare i nostri confini , ma in realtà incide profondamente sulla nostra identità culturale .
Giorgio Verrini