Ultimamente si è fatto un gran parlare sul Pronto Soccorso del nostro Ospedale, della carenza di medici, dei lunghi tempi di attesa e dei disagi per l’utenza.
I dati accessibili su piattaforma regionale (*) ci permettono alcune considerazioni:
- A fronte di un numero di accessi complessivamente diminuito del 30% (anche causa le restrizioni anti Covid) nel 2020 e nel 2021 rispetto al 2019 il numero delle prestazioni erogate è rimasto praticamente stabile, con una flessione inferiore al 10% il che sembrerebbe indicare che i cittadini carpigiani hanno responsabilmente evitato accessi impropri al Pronto Soccorso, molto più che in passato quando avevamo i dati peggiori della provincia. D’altra parte i pazienti che accedono sono per lo più necessitanti di diverse prestazioni, a conferma che raramente trattasi di accessi o invii per questioni banali, a fronte della scarsa offerta di prestazioni specialistiche prenotabili: un problema questo divenuto ormai cronico e che può però incidere nel caso che pazienti e medico curante fossero indotti a scegliere la via del Pronto Soccorso per eseguire accertamenti per questioni complesse.
- I dati della piattaforma regionale però ci dicono anche che, mentre il tasso di accesso generale a Carpi è tra i più bassi della provincia di Modena, quello di accesso per la popolazione tra 0 e 14 anni è invece il più alto in provincia, assieme a Mirandola
- Riguardo la popolazione straniera il tasso specifico di accesso è sicuramente – ma non drammaticamente – più alto di quello della popolazione generale carpigiana e tuttavia è quasi il più basso in provincia (diversamente da quanto accadeva in passato)
- Infine c’è da notare come il 13% degli accessi provenga da altre aziende USL della Regione, ma in particolar modo da quella parte della contigua provincia reggiana che abitualmente si appoggiava al Pronto Soccorso di Correggio, attualmente in ristrutturazione.
Dall’analisi dei dati non risulta in conclusione una crisi improvvisa del Pronto Soccorso dell’Ospedale Ramazzini, quanto un quadro di accessi globalmente diminuiti nel tempo, ma con un carico di lavoro praticamente inalterato per l’aumentata complessità dei casi, non fosse che per le necessità – difficilmente misurabili – legate al Covid: isolamenti, richieste di tampone, ricerca letti per Covid, maggior carico di lavoro in medicina d’urgenza. Accanto al dato strutturale della carenza di medici di pronto soccorso in tutta Italia, va indagato dunque l’aspetto ambientale di qualità della struttura, del lavoro, dei rapporti e della formazione professionale.
È un problema provinciale non locale, perché quello di Carpi è, dopo il Policlinico, il principale Pronto Soccorso della provincia per numero di accessi. Per questo motivo se ne deve discutere nella Conferenza Territoriale Socio Sanitaria urgentemente. E questo è compito del nostro sindaco.
(*) fonte: piattaforma regionale E.R.
https://applicazioni.regione.emilia-romagna.it/ReportERHome/stats/flusso/1
LE PROPOSTE DI CARPI FUTURA
Non esiste una soluzione semplice ad un problema così complesso, tuttavia facciamo alcune proposte concrete che devono essere tutte portate avanti:
- ambulatorio codici bianchi e verdi potenziato alla sera e nei festivi con medici del territorio,
- accordi con università per avere specializzandi a dar man forte,
- ambulatorio per migranti senza assistenza (per evitare ulteriori accessi impropri),
- eventuali contratti anche a medici in pensione, ma con esperienza elevata,
- offerta specialistica incrementata con ogni mezzo (anche ad esempio la libera professione a prezzi calmierati come già fatto in passato),
- seria discussione con i pediatri sull’accesso della popolazione 0-14 anni per capirne cause e possibili soluzioni,
- confronto con la confinante ASL di Reggio per limitare l’accesso dei loro residenti al nostro Pronto Soccorso.
Il Gruppo Salute di Carpi Futura