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Proposte per la biblioteca Loria di Carpi

By 28 Febbraio 2015 No Comments

Biblioteca LORIA: rimodulare le aperture e digitalizzare i libri antichi… una chance (e forsel’ultima) di sviluppo.

La LORIA, uno dei gioielli dell’amministrazione Campedelli, costata alla città oltre 7 milioni di Euro, con un’apertura dai toni “trionfalistici” ( vedi volantino a firma Prc, Sd, Pdci del gennaio 2008), a cui è seguita una gestione dai costi “elevatissimi”, la cassa integrazione dei dipendenti della cooperativa appaltatrice Euro&Promos ( definita dal comunicato del 20 gennaio 2010 della Filcams/CGIL e Fp/CGIL “forse il primo caso in Italia di utilizzo di risorse pubbliche – come la cassa integrazione- per attenuare gli effetti di scelte di un’Amministrazione locale” ), appalto poi risolto nel 2012 con ripresa della gestione diretta da parte dell’amministrazione comunale.

Abbiamo tentato, già da tempo, di coinvolgere l’amministrazione ed i cittadini in un serio dibattito sullo stato e le prospettive di sviluppo di un nuovo “sistema culturale carpigiano”. Da parte dell’amministrazione comunale abbiamo trovato il solito muro di gomma, però non molliamo e continuiamo a fare le nostre proposte.

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Un primo passaggio è stato quello della revisione del calendario e degli orari di apertura (anche flessibili) della biblioteca per consentire una maggiore accessibilità e conoscibilità del suo patrimonio librario.

Ne è seguita una levata di scudi da parte dell’amministrazione che ha preferito affrontare il tema in modo volutamente riduttivo, limitandosi a tentare di difendere (vista anche pregressa gestione) la sua immagine di ente virtuoso.

Al contrario su Facebook alla pagina “sei di carpi se” il dibattito è stato vivace ed il sondaggio online lanciato sull’apertura domenicale, estiva e serale della LORIA ha raccolto oltre 200 consensi.

La sensazione è che a Carpi il tema della cultura e delle politiche culturali (in senso lato) debbano rimanere appannaggio di alcuni (pochi e forse troppo o troppo poco) intellettuali.

Lo straordinario patrimonio storico, artistico-architettonico e culturale (in ciò includiamo il paesaggio, l’enogastronomia e il sistema economico) dovrebbe essere valorizzato nelle due dimensioni:
(1) interna, quale motore di conoscenza e sviluppo della nostra comunità e (2) esterna, quale modello di promozione territoriale e turismo culturale.

In questo contesto la biblioteca LORIA, “granaio della conoscenza” per il suo patrimonio librario, potrebbe giocare un ruolo di primo piano.

Oggi la LORIA non è solo biblioteca, ma anche videoteca, fonoteca, auditorium e (aggiungiamo noi) internet-point. Servizi questi che non devono però offuscare l’obiettivo primario.

Affronteremo di seguito il solo tema della biblioteca rimandando ad un futuro intervento il resto. È semplicistico e riduttivo affrontare il tema di qualche mese fa sull’apertura agostana (e serale) della LORIA riducendo il dibattito alla mera scelta: biblioteca aperta sempre o biblioteca chiusa, aumento dei costi e prezzo d’ingresso, impiego personale dipendente o volontari, etc.

Prendere in esame la gestione della biblioteca significa quantomeno valutare due diverse dinamiche:

1) la fruizione del patrimonio librario (e archivistico) in loco o a domicilio (ossia il prestito) – a mio avviso la dinamica principale.

2) l’accesso alla struttura ed agli spazi di lettura e studio.

La seconda purtroppo rischia di prevalere sulla prima.

Valorizzare il patrimonio di conoscenza significa renderlo noto ed accessibile al maggior numero di utenti possibile. Il prestito resta modalità principe alla quale si affianca la consultazione in loco e, vedremo poi come, l’eventuale modalità remota.

Il prestito deve quindi restare centrale per l’acquisizione della conoscenza.

Con tale consapevolezza, che ritengo ampiamente condivisa, gli orari di accesso al servizio prestito (e non necessariamente all’intero edificio della LORIA) dovrebbero essere i più estesi possibili.

Da tempo la biblioteca la domenica e la sera osserva l’orario di chiusura.

In agosto l’intera struttura resta chiusa al pubblico dal 4 al 17 agosto.

In tale periodo gli stessi carpigiani potrebbero approfittare per (ri)scoprire la propria città con la lentezza necessaria per apprezzare i suoi “tesori” così come i turisti anche stranieri avrebbero un motivo per visitare (e sostare) in città ed apprezzarne i suoi musei e monumenti unitamente al suo patrimonio paesaggistico ed eno-gastronomico.

Se consideriamo poi che i dati offerti tempo fa dalla direzione dell’ente indicano nella fascia tra i 31 ed i 50 anni quella del maggior numero di utenti del prestito, e vista la “voglia crescente diconsumo culturale”, si intuisce come la proposta di  aperture serale e nei giorni festivi (e durante le ferie) non sia fuori luogo e che invece la prioritaria destinazione dell’edificio a sala-studio per studenti universitari dovrebbe essere riconsiderata.

La fascia di utente tipo è quella che lavora e più fatica ad accedere al prestito nei giorni feriali e che potrebbe usufruire del servizio nei festivi e negli orari serali e, volendo, della possibilità di trascorrere il tempo libero (i giorni di riposo e le ferie) tra le mura della LORIA.

Gli orari di apertura dovrebbero quindi essere modulati su fasce orarie flessibili per consentire maggiori potenzialità di accesso al prestito anche degli utenti lavoratori, considerati in una prospettiva di area vasta e quindi di mobilità, oltre che nei giorni festivi ed in orari serali.

Oggi invece le politiche di orario, con la chiusura domenicale, privilegiano gli studenti universitari, assidui frequentatori dei locali ma in quanto alla ricerca di sale studio e non interessati al patrimonio librario che, invece, è e resta il vero asset. Gli studenti infatti studiano sui loro testi universitari e per buona parte sono incuranti degli scaffali di volumi che li circondano.

Quanto alla modalità remota di consultazione si tratta di una proposta. Nell’era degli e-book, che tenderanno a sostituire i libri stampati, per la loro portabilità e praticità di consultazione, la grande sfida da cogliere resta quella della digitalizzazione dei volumi storici presenti nel (ex) fondo antico (ovvero manoscritti, cinquecentine, secentine, edizioni del ‘700 e 800’) e di quanti non più protetti dal diritto d’autore.

La digitalizzazione, già intrapresa da altri enti, offrirebbe infatti la possibilità di diffondere (anche tramite la rete, l’editoria digitale e le banche dati) l’accesso ad un patrimonio di conoscenza unico e sconosciuto ai più, richiamando al contempo in città gli appassionati di tali testi. Il progetto potrebbe essere affidato ad associazioni culturali o ad un partner tecnologico che riceverebbe un indubbio vantaggio promozionale dall’iniziativa.

Sulla seconda dimensione, l’accesso all’edificio della ex manifattura Aristide LORIA, a mio avviso, dovrebbe rientrare a pieno titolo nel patrimonio visitabile anche ai turisti e come tale essere integrato nel circuito museale.

Il nostro territorio meriterebbe di essere valorizzato in una dimensione unitaria delle sue potenzialità per divenire motore di sviluppo dell’intera area. Motore di promozione territoriale attraverso la fusione di cultura ed economia.

Detto ciò a chi si oppone all’apertura 7 giorni su 7, accampando sempre limiti di risorse, potrei rispondere invitando l’amministrazione a fare ricorso al terzo settore, intessendo rapporti e stipulando convenzioni con associazioni di volontariato e di studenti che, in cambio del presidio dei locali e del servizio prestito, potrebbero ad esempio ottenere libri o contributi al pagamento delle tasse universitarie.

Confido che l’interesse suscitato sempre su questo tema su facebook e sulla stampa locale possa indurre l’amministrazione ad aprire un dibattito sugli orari di apertura della LORIA, consultando e coinvolgendo la cittadinanza e, perché no, sottoponendo via e-mail agli utenti stessi un gradito sondaggio.

FIRMATO

MASSIMILIANO MARIANI

DI CARPI FUTURA