Salute & Famiglia

Pronto soccorso: non esiste una soluzione semplice ad un problema così complesso

By 26 Ottobre 2021 No Comments

Ultimamente si è fatto un gran parlare sul Pronto Soccorso della nostra città, della carenza di medici, dei lunghi tempi di attesa e dei disagi per l’utenza. Come Carpi Futura, abbiamo studiato alcuni dati accessibili su piattaforma regionale (https://applicazioni.regione.emilia-romagna.it/ReportERHome/stats/flusso/1) e proviamo, a fronte di questi numeri, a dare alcuni spunti su cui lavorare in maniera concreta.

Quattro sono i punti su cui ci soffermiamo.

1) A fronte di un numero di accessi nettamente diminuito nel 2020 rispetto al 2019 (-30 %, confermato anche dal dato provvisorio del 2021), il numero di prestazioni erogate è praticamente stabile (flessione inferiore al 10%).

Il numero di accessi e il dato sugli accessi a rischio inappropriatezza (il più basso in provincia), sembrerebbe indicare che i cittadini hanno responsabilmente evitato accessi impropri al Pronto Soccorso, molto più che in passato (dove eravamo uno dei Pronto Soccorso con i dati peggiori in provincia) e che la medicina generale ha tenuto in tempo di covid, pur con le tante difficoltà e i limiti di un modello che ha mostrato di essere impreparato alla risposta ad una pandemia.

I pazienti che accedono sono per lo più necessitanti di diverse prestazioni a conferma che raramente sono invii per questioni banali.

Un problema divenuto ormai cronico, e che però può incidere tanto, è la scarsa offerta di prestazioni specialistiche prenotabili. Questo può indurre, pazienti e medico curante, a scegliere la via del Pronto Soccorso per eseguire accertamenti per questioni complesse.

Purtroppo sul fronte visite specialistiche c’è grande difficoltà anche nel trovare le agende aperte: dermatologia, cardiologia, ginecologia, pneumologia. Per non parlare delle visite oculistiche o di prestazioni di radiologia. Difficile trovare appuntamenti nei prossimi mesi su Carpi come peraltro nel resto della provincia.

2. Rimane, a fronte di un tasso di accesso generale tra i più bassi in provincia, un tasso di accesso della popolazione tra 0-14 anni che è il più alto in provincia, con Mirandola.

3. Il tasso di accesso della popolazione straniera è sicuramente più alto di quello della popolazione generale, ma non drammatico e comunque è quasi il più basso in provincia (anche questo dato storicamente era molto diverso).

4. Ultima riflessione: il 13% degli accessi proviene da altre aziende USL della Regione. Questo dato è dovuto principalmente alla chiusura del Pronto Soccorso di Correggio (al momento in ristrutturazione) e alla migrazione dei pazienti da quella parte della provincia reggiana.

Ne risulta un quadro di accessi globalmente diminuiti nel tempo, ma di complessità aumentata con un carico di lavoro praticamente inalterato (anzi c’è tutto il lavoro non misurabile legato al covid: isolamenti, richieste tampone, ricerca letto per covid, aumento carico di lavoro in medicina di urgenza…).

In conclusione non c’è una crisi improvvisa del Pronto Soccorso dovuta ai “numeri”: accanto al dato strutturale di carenza di medici di pronto soccorso in tutta Italia va indagato l’aspetto ambientale di qualità della struttura, del lavoro, dei rapporti e della formazione professionale, fattori che probabilmente sono cruciali per comprendere questo momento. Si aggiunga che il ricorso a scelte come contratti libero-professionali estemporanei sono sì necessarie per tamponare, ma di corto respiro perché pazienti complessi richiedono esperienza e capacità che non si improvvisano.

E’ un problema provinciale non locale, perché quello di Carpi è, dopo il Policlinico, il principale Pronto Soccorso della provincia per numero di accessi. Per questo motivo se ne deve discutere nella Conferenza Territoriale Socio Sanitaria urgentemente. E questo è compito del nostro sindaco.

Non esiste una soluzione semplice ad un problema così complesso, tuttavia facciamo alcune proposte concrete che devono essere tutte portate avanti:

  • ambulatorio codici bianchi e verdi potenziato alla sera e nei festivi con medici del territorio,

  • accordi con università per avere specializzandi a dar man forte,

  • ambulatorio per migranti senza assistenza (per evitare ulteriori accessi impropri),

  • eventuali contratti anche a medici in pensione, ma con esperienza elevata,

  • offerta specialistica incrementata con ogni mezzo (anche ad esempio la libera professione a prezzi calmierati come già fatto in passato),

  • seria discussione con i pediatri sull’accesso della popolazione 0-14 anni per capirne cause e possibili soluzioni,

  • confronto con la confinante ASL di Reggio per limitare l’accesso dei loro residenti al nostro Pronto Soccorso.