Dopo le discussioni in consiglio sul bilancio, CARPIFUTURA porta all’attenzione dei lettori alcune osservazioni fatte, per riflettere sulla gestione dei soldi di noi cittadini da parte dell’amministrazione pubblica. Infatti il bilancio è corretto contabilmente, ma molto discutibile nella sua natura politica.
Primo: la partecipazione è un termine inesistente, né sono ascoltati i cittadini né le opposizioni, tre chili di numeri consegnati già decisi non si possono chiamare partecipazione. Finita la campagna elettorale chi s’è visto, s’è visto.
Secondo: la trasparenza. La difficoltà di lettura è enorme, non si vedono i nessi tra aumenti di spesa e servizi, non si vede se gli investimenti garantiscono servizi utili e se sono gestiti in modo redditizio.
Terzo: la concretezza. I cittadini, che sono i veri proprietari dei Beni Pubblici, hanno affidato col voto all’amministrazione comunale la gestione del loro bene e hanno il diritto di sapere con trasparenza il suo valore e la sua potenzialità di reddito. Allora servono regole, che per noi sono queste.
La prima: fissare gli obiettivi prioritari e perseguirne il concreto risultato. Il bilancio deve diventare uno strumento trasparente da sottoporre a puntuali verifiche, non solo da parte dei “tecnici” ma specialmente da parte del semplice cittadino.
Seconda regola: migliorare servizi e infrastrutture separando l’organizzazione del servizio pubblico (ispirata all’interesse generale) dalla gestione, che deve avere i criteri del minimo costo e della massima efficienza.
Terza regola: eliminare gli sprechi con una costante selezione della spesa (non servono occasionali “spending review”). Inoltre si nota la sempre più ridotta quota di investimenti rispetto alla spesa corrente. La spesa pubblica dovrebbe aumentare solo se finalizzata a investimenti e sviluppo (riduzione tasse, start up, microcredito, imprese,..) e non a spesa corrente. Ad esempio le concessioni o le convenzioni siano assegnate in modo che tutti siano nelle stesse condizioni di partenza, si avrebbero servizi più efficaci e risparmi.
Quarta regola: nuovo modo di amministrare per una vera giustizia sociale ed una equità distributiva: informazioni più semplici ed accessibili a tutti i cittadini senza opacità di linguaggio, snellimento della macchina amministrativa comunale.
Quinta regola: pubblicazione definitiva del CENSIMENTO DEL PATRIMONIO COMUNALE, vendita degli immobili e delle partecipazioni non funzionali (o conferimento in FONDI), destinando i PROVENTI a decurtazione di imposte e tariffe locali (quindi più soldi in tasca ai cittadini) e allo sviluppo economico.
Un’indagine del Tesoro sul patrimonio delle pubbliche amministrazioni informa che il 40% di loro non ha ancora comunicato l’ammontare del proprio patrimonio, tra cui il comune di Carpi. A loro è stato chiesto di registrare presto i propri beni, immobili e terreni, su un portale del Tesoro. E’ evidente allora che la valorizzazione del patrimonio immobiliare e mobiliare diventa prioritaria in qualsiasi bilancio.
Il Comune di Carpi si accorgerebbe allora di avere enormi mezzi economici e sul corretto utilizzo di queste risorse devono rispondere gli amministratori locali.
Le loro scelte hanno una valenza morale che non può essere taciuta o scaricata su altri (per esempio sul ritornello dei ridotti trasferimenti statali, che si ripete esattamente da sessantotto anni). Non si può più rispondere che “non ci sono i soldi”. Il paradosso è che abbiamo un comune ricco che fa avanzi milionari e cittadini sempre più poveri con manovre che tendono a “soffocarli”. Le entrate tributarie sono infatti aumentate senza corrispondenti miglioramenti ai servizi, basti ricordare la TASI, la TARI, e le tariffe Acqua e Gas.
Ciò premesso, chiediamo di pubblicare al più presto la valorizzazione dello stato patrimoniale, già da tempo chiesta da CARPI FUTURA.
Paolo Pettenati consigliere CARPIFUTURA