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Le imprese hanno una responsabilità sociale: il caso dell’ospedale “Ramazzini”

By 12 Gennaio 2017 Settembre 6th, 2017 No Comments

La recente risoluzione della Agenzia delle Entrate (la n°100 del 2016 ) ha fatto un po’ di chiarezza in quelle questioni di dubbia interpretazione che spesso caratterizzano il Fisco italiano, ha definito cioè l’ Iva da applicare alle donazioni di privati per la costruzione di strutture sanitarie : aliquota del 10 % e non del 22 % come gli usuali appalti su costruzioni generiche.

Questa è una buona notizia per le Asl che, in regime di project finance, hanno versato all’Erario il 12 % in più del dovuto e che possono richiedere il rimborso ( come sta facendo l’Ospedale Niguarda di Milano e l’Ospedale di Como recentemente ristrutturati ) ma è una buona notizia anche per chi, come il sottoscritto, ritiene che il partenariato pubblico-privato sia una scelta necessaria, ed ora anche più sostenibile, per affrontare e risolvere i tanti problemi delle nostre vetuste strutture sanitarie.

Il partenariato pubblico privato o anche detto “responsabilità aziendale etico-sociale- ambientale” di cui da decenni si parla anche nelle Business School di tutto il mondo, è ridiventato in questi giorni tema di dibattito sia in ambienti universitari sia sui media economico-finanziari.

Era il 1953 quando in America si parlò di CSR (Corporate social responsability), una logica di business che superava la beneficenza di stampo ottocentesco con cui a volte le aziende effettuavano interventi in favore del sociale, per far diventare prassi la devoluzione di parte dei profitti per la soluzione di criticità sociali ed ambientali. Non è che esistano aziende con un’anima buona e altre cattiva: hanno tutte un obiettivo che è quello di massimizzare i profitti e minimizzare le spese. Però, ed è questo che si intende per RESPONSABILITA’ SOCIALE DELLE IMPRESE, questo obiettivo può sottostare ad alcuni meccanismi e cioè: condivisione, redistribuzione, responsabilità sociale, concetti questi che orientano parte del lecito profitto per farne qualcosa di vantaggioso per la società e l’ambiente.

Molte aziende hanno capito che i soldi spesi in CSR non sono a fondo perduto ma investimenti che creano profitti in termini di immagine, fidelizzazione dei clienti, soddisfazione dei lavoratori e quindi maggior produttività e impatto positivo con il territorio di appartenenza.

Ci troviamo in un momento in cui la disuguaglianza, la scarsità di risorse e le sfide alla sostenibilità pongono problemi nuovi non solo a chi si è sempre occupato del sociale (politici ed amministratori locali) ma anche alle imprese che sono chiamate ad occuparsi di istanze non strettamente legate alla propria attività.

Certo questo lungo periodo di crisi economica globale non aiuta a far decollare il partenariato pubblico-privato; basti pensare che negli ultimi anni il nostro paese ha perso 26 punti di Pil rispetto al resto dell’Europa e che l’Italia appare terzultima tra i Paesi UE per capacità di fare impresa.

Però è anche vero che negli ultimo 10 anni i depositi bancari ( risparmio privato ) è aumentato del 50% ed invece è drasticamente ridotto il volume degli investimenti e con esso il lavoro ed il reddito. I dati della Confindustria definiscono la ricchezza finanziaria italiana (immobili esclusi) in 4 mila miliardi di Euro di cui solo 64 miliardi investiti in Società quotate in Borsa. Non è dato sapere quanto investito in Società non quotate così come non è facile risalire a quanto dei risparmi venga investito all’estero.

Quindi il mondo della imprenditoria è attualmente composto più da formiche che da investitori: ciò non di meno sono convinto che i tempi siano maturi per una maggior responsabilità sociale dell’economia e per un riscoperta del rapporto tra etica e profitto. Coniugando questa convinzione nella nostra Città, ho intrapreso un percorso di coinvolgimento dei maggiori Industriali della zona per raggiungere l’obiettivo della costruzione di un nuovo Ospedale.

L’Ospedale dovrebbe essere bello, comodo, funzionale e garante della privacy di chi è costretto a frequentarlo. Purtroppo il “Ramazzini” è vecchio e per questo inadatto ad ogni sostanziale cambiamento strutturale: pochi e vecchi ascensori, sale di attesa e corridoi di collegamento open con buona pace della privacy, servizi igienici insufficienti, comfort delle sale di degenza non adeguato, mancanza di ingresso con necessario front-office, ecc .

Tanti soldi spesi fino ad ora che sono serviti da rattoppo o nei migliori dei casi (vedi nuove Sale Operatorie) rispondenti solo in parte alle reali esigenze.

Il terremoto del 2012, pur nella sua drammaticità, grazie ai fondi della Comunità Europea, è stata una formidabile occasione mancata per risolvere le criticità dei vetusti Ospedali della “bassa “.

Quei fondi sono stati dirottati in altre strutture o comunque spesi male da una politica colpevolmente miope e priva di lungimiranza, che non ha voluto provvedere alla costruzione di un nuovo nosocomio, nonostante da più parti sia a Carpi che a Mirandola se ne richiedesse la realizzazione.

Dopo tanti anni in Consiglio Comunale ed a conclusione della ma esperienza in Consiglio Provinciale sono giunto alla conclusione che solo con il coinvolgimento di capitali privati, si puo’ ottenere ciò che la Pubblica amministrazione non riesce a fare. A conferma di quanto suddetto si pensi a ciò che accadde esattamente 20 anni fa quando grazie alle “donazioni Molinari “ il nostro Ramazzini fece un salto di qualità e funzionalità diventando per alcuni anni il più visitato e invidiato ospedale d’Italia . Non rimane solo il busto marmoreo del cavalier Molinari posizionato nel corridoio del piano terra del nostro Ospedale a ricordo di quelle importanti donazioni, ma anche la perenne gratitudine di tutti i carpigiani e l’esempio per imitarlo.

salute e ospedali

 

 

 

Giorgio Verrini

CURRICULUM VITAE Verrini Giorgio nato a Correggio (RE) il 12 gennaio 1952. Abitante in Carpi dal 1960. Sport praticati: Pallavolo, Ciclismo,Boxe. Presidente della SocietàSportiva BASEBALL CLUB CARPI dal 1972 1975. BoyScout presso il Reparto Carpi lOdai 1966 fino ... semel scout semper scout ! Laurea in Medicina e Chirurgia presso l'Universita' degli Studi di Modena nel 1978 Conseguimento della Specializzazione in Chirurgia generale (1988) e Oncologia Medica (1992) presso la stessa Universita' Dipendente della Ausl di Modena dal 21 Dicembre 1980 come Dirigente Medico UO Urologia Insegnante di Fisiologia presso la Scuola Infermieri Professionali nel 1983 - 84 Responsabile dal 1990 del Laboratorio di Urodinamica dell'Ospedale di Carpi e tutt'ora referente per i problemi di incontinenza urinaria presso le UO di Neurologia, Ginecologia e Riabilitazione Esperienze di lavoro a Lione ed a Innsbruck inerent i a problemi di urodinamica e vescica neurologica Autore e coautore di oltre 80 pubblicazione scientifiche Relatore al Congresso Europeo di Urologia ( Parigi 2007) Esecutore in primis di oltre 250 interventi di impianto di protesi (INVANCE, ADVANCE, ProACT , Ams800, bulking-agent, TVT , TOT , insitu-sling, mesch per prolasso) per incontinenza urinaria maschile e femminile Dal Gennaio 2009 al Febbraio 2012 Dirigente Responsabile del Day Surgery Urologico dell 'Ospedale di Vignola- Consigliere Comunale di Alleanza per Carpi (ApC ) nell'ultima Legislatura . Sposato, con una figlia Nonno.