Cari colleghi,
Lo scorso luglio CARPI FUTURA, PROGETTO COMUNE NOVI, PROGETTO CAMPOGALLIANO presentavano al consiglio Terre d’Argine una mozione con richiesta che il Presidente Bellelli convocasse una seduta della Direzione del Patto di Sindacato aperta ai consiglieri e ai cittadini dei Comuni soci di Aimag o, in alternativa, un’assemblea pubblica aperta alla partecipazione dei cittadini e gruppi di interesse dei Comuni appartenenti all’Unione Terre d’Argine al fine di esaminare e discutere insieme le manifestazioni di interesse pervenute e la relazione finale dell’Advisor.
La mozione, purtroppo bocciata, trova però nei fatti parziale accoglimento nel consiglio esteso di questa sera. Speriamo che le ragioni non siano solo di carattere economico, ma anche politico e cioè che ci si sia resi conto dell’importanza di un confronto esteso e in rete su un tema così importante. Da parte nostra non possiamo che condividere la soddisfazione per questa serata e per questo piccolo successo dei gruppi consigliari di Terre d’Argine afferenti a Unione Modena Civica, UNIaMOCI.
L’esito della manifestazione d’interesse mi sembra molto soddisfacente e, a nome di tutti i gruppi consiliari appartenenti ad UNIaMOCI interessati ad Aimag e alle sue sorti, vorrei sottolineare alcuni punti:
Rilevante il numero e la varietà delle manifestazioni, sia di soggetti pubblici che privati, che dimostra in modo inequivocabile il buon lavoro fatto da Aimag, la sua capacità nella gestione dei servizi affidati e di quelli a mercato, la solidità economica e finanziaria perdurante nel tempo. Cari colleghi, questo ci deve lasciare un messaggio importante: Aimag, nostro bene comune, deve essere difeso e valorizzato e il ruolo dei comuni soci nel futuro di questa importante partecipata non può essere timido, ma deve essere deciso e decisivo. Citando una celebre frase del collega Verrini “Tiriamolo fuori un po’ di testosterone!”
Graditissima sorpresa il contributo delle fondazioni. Non solo propongono l’acquisizione dai comuni del 10% del pacchetto azionario, raddoppiando così la loro quota complessiva e lasciando inalterato il potere di controllo esercitato dai Comuni così come l’indipendenza e l’autonomia imprenditoriale di AIMAG, ma si spingono a sottolineare alcuni aspetti che abbiamo trovato particolarmente significativi: (1) segnalano un valore indicativo della società pari a circa 200 mln di €, valore che supera di oltre il 40% il valore di 140 mln di € ottenuti da Hera nel 2008 (2) nel loro documento preciso e lucidissimo, con approccio strategico di medio periodo, prevedono anche l’apertura a piccoli risparmiatori attraverso l’emissione di obbligazioni (3) chiariscono in modo inequivocabile che la loro proposta è compatibile e associabile con quella o quelle presentate da altre multi–utility con caratteristiche tecnico industriali e dimensionali compatibili con quelle del Gruppo AIMAG così come possono essere favorevoli al sostegno finanziario mediante aggregazione con altre realtà industriali operanti in settori simili purché “di comparabili dimensioni, competitività, innovazione tecnologica e bontà economica e finanziaria”. E volendo parlare di testosterone, permettetemi, le fondazioni l’han tirato fuori tutto, sottolineando in più modi la compatibilità della loro proposta con eventuali partner industriali che debbano però avere caratteristiche DIVERSE dal colosso Hera. Più chiari di così!
La manifestazione d’interesse inviata da HERA si conferma nelle aspettative. Lo scorso 3 marzo 2015 Carpi Futura organizzava un’assemblea pubblica “Aimag – Hera, Molto Più Che Un Derby”. Ricorderete certo l’icona della serata, l’immagine provocatoria dello squalo Hera nel tentativo di fagocitare lo snello pesciolino Aimag. Che dire? Ci siamo sbagliati di molto? La proposta di partnership prevede la crescita della partecipazione di HERA in AIMAG fino al 51% con un “coinvolgimento dei soci pubblici” non meglio definito. La relazione presentata appare svogliata nei contenuti, per lo più autoreferenziale, ripetitiva dei concetti di “sinergia” già propinati nell’offerta del 2009 e tutta orientata ad un’unica soluzione: quella dell’acquisizione della maggioranza a spese dei Comuni o preferibilmente (per HERA) della fusione per incorporazione, con la promessa di un consistente lucro finanziario per i Comuni, alimentato dalla reputazione di cui gode il titolo in Borsa, e di oscure ed indefinite partecipazioni alla “governance unitaria”. Nella sostanza, HERA è l’unica offerente che non dichiara esplicitamente come rispetterà il principio del controllo pubblico da parte dei Comuni sulla Società e che dichiara invece apertamente che il pesciolino Aimag se lo vorrebbe proprio pappare!
Le altre manifestazioni di interesse pervenute ci appaiono estremamente interessanti: alcune, più marginali e settoriali, potrebbero preludere a future collaborazioni in precise business unit, altre, come le interessantissime proposte di Tea e di Piacere Aimag e Estra, a nostra avviso anche compatibili tra loro (non per forza una esclude l’altra, ANZI!) e certamente compatibili con la proposta delle Fondazioni, aprono invece uno scenario ampio di prospettive e possibilità al futuro di Aimag, configurandosi come portatori di risorse e caratterizzate da indirizzi industriali e linee strategiche simili, oltre ad un profondo attaccamento al concetto di TERRITORIALITÀ.
Proseguiamo quindi nella direzione tracciata dalle manifestazioni di interesse, approfondendo ulteriormente quanto presentato, indagando possibili sinergie tra i proponenti e preparandoci per le sfide future. Per fare questo c’è un primo appuntamento che deve essere rispettato: LA SCADENZA DEL PATTO PARASOCIALE CHE NON PUÒ E NON DEVE ESSERE RINNOVATO.
Prendiamo infatti atto delle inadempienze di Hera in quanto socio industriale che, con una quota del 25% di Aimag, raccoglie utili di fine anno ma non spicca per apporto di risorse o raggiungimento delle tanto conclamate “SINERGIE”.
Prendiamo infatti atto della richiesta di Tea, in quanto potenziale partner, che Aimag abbandoni il patto parasociale alla scadenza.
Prendiamo infatti atto che un patto parasociale che conferisce ad Hera la possibilità di nominare due membri del CdA, tra cui il Vicepresidente, mina in modo insanabile la possibilità di partecipazione alla futura gara del gas, poiché sarebbe alta la probabilità di blocco dell’antitrust o di eventuali ricorsi di competitor con insinuazioni di turbative collegate alla presunzione di coordinamento delle offerte tra Aimag ed Hera.
Avanti quindi, ma NO AL RINNOVO DEL PATTO PARASOCIALE.
Grazie.
Anna Azzi
Per Carpi Futura, Progetto Comune Novi, Progetto Campogalliano (gruppo UNIaMOCI Terre d’Argine)