Economia & Imprese

AIMAG a prova di fusione

By 16 Marzo 2015 Febbraio 3rd, 2018 No Comments

Grandissima partecipazione lo scorso 3 Marzo alla conferenza organizzata dall’associazione Carpi Futura sulla paventata fusione di Aimag­ Hera da parte dei ventuno comuni soci della multi utility con sede a Mirandola.

In duecento persone hanno riempito la sala congressi di Carpi per dibattere su un tema molto sentito dalla cittadinanza, dagli addetti ai lavori e da tutte quelle persone che vedono nella fusione per incorporazione di AIMAG nell’indebitato colosso bolognese Hera una perdita di valore e di ricchezza per il nostro territorio.

Ospite della conferenza, presentata e moderata da Pierluigi Senatore di Radio Bruno, c’è un fiero avversario della fusione, ossia il professor Giancarlo Spaggiari docente presso l’ateneo modenese di valutazioni di impatto economico e Roberto Giardiello responsabile territoriale della CISL di Carpi il quale, con ostinazione, vede nella fusione delle due società un’occasione di crescita e di opportunità in vista delle sfide che le moderne multi utility devono affrontare per restare competitive in un mercato sempre più difficile e con competitors sempre più aggressivi.

L’atmosfera è partecipata e non mancano tra il pubblico noti esponenti del PD carpigiano, compreso il Sindaco Bellelli che, nel suo breve intervento a metà serata, dice di vedere nella complessa operazione societaria l’occasione per AIMAG di far parte dei “grandi” e di vedere finalmente allontanarsi il pericolo di una “contrazione” della società mirandolese, fino a farla divenire insignificante. Il sindaco rigetta con fermezza la diceria da parte di taluni di “trattative sotterranee” e di secondi fini rispetto a quello precipuo di rendere più strutturata la multi utility.

Bellelli ci conferma che ogni tipo di decisione sarà sottoposta a valutazioni di prezzo, piano industriale e modalità di partnership. La sensazione di tutti è, invece, che esista uno scollamento tra la direzione e la base del PD, a cui si aggiunge la eterogeneità delle soluzioni proposte a proposito del caso Aimag­Hera. Scollamento che esiste anche tra sindaci, aggiungo io.

Roberto Giardiello della CISL ribadisce che il suo sindacato ha sempre mantenuto una posizione coerente sulla questione delle multi utility che, secondo la CISL, dovrebbero mirare ad un rafforzamento delle posizioni strategiche attraverso il principio dell’aggregazione con altre realtà alla luce delle normative che incentivano questo tipo di operazioni. Ammette, Giardiello, che i punti di forza di AIMAG rispetto ad Hera sono notevoli come ad esempio l’attenzione per il territorio, l’ottima gestione e i conti in ordine, tanto da definire AIMAG un “gioiellino”, ma, nel contempo, manifesta dei forti dubbi sulla capacità dell’azienda mirandolese di poter partecipare alla gara del gas col suo esorbitante costo di 100 milioni di euro. La CISL vorrebbe perfino, secondo Giardiello, che ci fosse in tali aziende una partecipazione dei piccoli azionisti e dei fondi pensione. Una società più grande porterebbe inoltre, continua Giardiello, come beneficio quello di poter fare, in maniera più agevole, ricerca e sviluppo con ricadute benefiche sul territorio.

Spaggiari è subito diretto: per il professore modenese l’operazione appare immotivata e dai presupposti labili.

AIMAG è una società robusta e con le spalle larghe, assolutamente capace di affrontare le operazioni più rischiose, come la gara del gas e, secondo lui, è desolante vedere giovani amministratori politici allinearsi a vecchie pratiche dirigistiche illiberali messe a punto in luoghi impropri, ma ancor di più rattrista scorgere una Proprietà che non crede nella propria Azienda  ebbene questa dimostri ogni giorno quanto vale, e che ne mortifica gli operatori denigrandone

ingiustamente l’adeguatezza, le capacità e le prospettive.

Diciamo subito che il convitato di pietra della serata è il decreto Ronchi che concede alle aziende pubbliche una serie di benefici finanziari e fiscali nel momento in cui decideranno di aggregarsi.

Ma anche la politica regionale di Errani ha sempre spinto in tal senso.

Spaggiari passa subito sul lato tecnico: la “gara del gas” cui si riferiscono quelli del tormentone, riguarderà non il “servizio gas” nel suo complesso, ma solo l’affidamento della gestione delle reti di distribuzione (attività regolata), per una durata di 12 anni, nell’ambito ATEM Modena 1, costituito da 24 Comuni nei quali attualmente operano AIMAG (mediante la controllata Soc. AS Retigas) ed HERA. Si tratta di uno degli ambiti non metropolitani tra i più grandi tra i 175 in cui

l’Autorità ed il Ministero hanno ripartito il territorio nazionale. Il vincitore della gara dovrà riscattare le reti indennizzando gli attuali proprietari, secondo criteri che sono ancora in discussione. Quello che non si dice mai da parte dei cultori del mantra è che, nell’ambito ATEM Modena 1, i volumi di gas distribuiti da AS Retigas sono maggiori di quelli distribuiti da HERA, che la consistenza impiantistica di AS Retigas (1900 km di rete) è superiore di quella di HERA (1076 km) ecc.; in poche parole, che limitatamente a tale ambito AIMAG è dimensionalmente ed operativamente più consistente di HERA.

Il professore modenese è categorico: la gara è tutta nella vendita del gas, l’infrastruttura (i tubi) non rappresentano oggi il piatto su cui giocare la sfida ed aggiunge che AIMAG, in ogni caso, ha i numeri per vincere anche questa sfida. Mettendo, tuttavia, subito a tacere quelli che vedono nella gestione e nella manutenzione delle reti l’occasione per ampliare il proprio business e il proprio profitto.

Continua Spaggiari, riaffermando che la ventilata cessione ad HERA del controllo di AIMAG ne impedirebbe la partecipazione alle gare, sia che si passi subito alla fusione per incorporazione sia che, per ragioni di opportunità, si mantenga in vita per qualche tempo il brand. Quindi: per paura di una gara, che non è nemmeno decisiva, vendiamo. Se ragionassero così gli imprenditori carpigiani e della Bassa, che tutti i giorni si trovano di fronte ad una gara nuova, sui mercati e sul territorio, compresi terremoto ed alluvioni, non avrebbero portato il bacino ove opera AIMAG ad essere tra quelli non urbani più densi di attività economiche in Europa. Se Bonacini (quello di Gaudì) e Giuntoli, scherza il professore, avessero venduto, per paura delle gare con il Bologna, il Livorno od il Catania, il Carpi sarebbe ancora in Serie C, o come si chiama.

In chiusura il Presidente di Carpi Futura, l’avvocato Massimiliano Mariani, invita i soci di AIMAG a condividere le valutazioni con la cittadinanza, a rispettare la territorialità dell’azienda e a considerare quest’ultima un bene comune sottoponendo ogni tipo di decisione alla valutazione di consigli comunali aperti e, magari, infine, sentire i cittadini interessati con un referendum.

 

CARPI, 16 MARZO 2015